Shorting o short selling è un’operazione finanziaria attraverso cui si effettua la vendita allo scoperto o a nudo di titoli che non sono posseduti direttamente dal compra-venditore. L’investitore li ottiene in prestito da una banca o da un mediatore finanziario, in seguito al versamento di un corrispettivo, per poterne trarre un guadagno vantaggioso. Rispetto al prestito, si è obbligati a rendere un interesse annuale all’intermediatore coinvolto, il quale è proporzionale alla durata dell’operazione di short selling.
Questo tipo di operazione è spinto dalla convinzione che il prezzo del titolo diminuisca così da cogliere a proprio profitto la fase ribassista del trend. In tal modo l’investitore riacquista il suo titolo a un prezzo inferiore rispetto a quello incassato alla vendita. Ecco delineata la fase short covering ossia la ricopertura dello scoperto.
Perché si vende allo scoperto ?
Le vendite allo scoperto sono azionate da un atteggiamento speculativo che si muove su una linea temporale di breve durata. Esse permettono di valorizzare il proprio portafoglio anche se si è in fase di bearish market o mercato ribassista.
Inoltre, i traders sono spinti a vendere allo scoperto anche per tutelare un altro investimento all’interno del portafoglio. Quest’operazione, conosciuta come hedging, è una strategia finanziaria che permette di contenere il rischio che può derivarne dall’attivo di posizione lunghe.
Shorting: punti di forza
La posizione short permette di non restare in stallo in tutte quelle fasi di mercato in cui i prezzi ribassano. Ciò significherebbe rinunciare a far lavorare il nostro denaro per lunghi periodi. Lo short selling, combinato ad un’elasticità mentale capace di progredire in idee chiare e innovative, si rivela un ottimo strumento per prevenire la caduta dei traders.
Lo shorting richiede di focalizzare l’attenzione su tutti gli andamenti in borsa, in quanto essi – come i nostri sbalzi d’umore – sono indice dell’emotività che sta attraversando un titolo. Di fatti l’emozione può giocare a favore o a sfavore della persona interessata.
Nel campo finanziario, un trader in preda al panico di poter subire una perdita ingente, quasi sicuramente, commetterà un’azione inappropriata e irrazionale che lo porta ad accanirsi e a perseguire nell’errore perché non guidato dalla logica dell’investitore professionista ma soltanto dal desiderio di guadagnare quanti più soldi possibili.
Tuttavia, lo short selling comporta qualche rischio in più rispetto alla long position. Ad esempio quando si compra un titolo a 50 euro, il rischio che si corre è di perdere il 100% del capitale. Mentre se vendo a nudo un titolo allo stesso prezzo ci si assume un rischio maggiore. Di fatti, se il titolo shortato/venduto si muove al rialzo, si comincerebbe a essere in perdita. Ad esempio, se il titolo raggiungesse un prezzo maggiore a 100 euro, ci si troverebbe nello stato di una perdita maggiore al 100% del capitale investito nell’operazione.
Rinunciare allo short selling? Assolutamente no. Lo shorting è un elemento importantissimo della strategia trading, che coincide con un piano analitico e diversificato.