E’ di Bloomberg la notizia secondo la quale il Giappone sarebbe vicino a rendere effettiva la proposta di ridurre la tassazione sui profitti derivanti dalle criptovalute.
Figlio della visione economica di Fumio Kishida, il Primo Ministro nipponico, avrebbe lo scopo di rilanciare l’economia.
Vediamo nel dettaglio in che modo in questo viaggio in Giappone e nel suo “Nuovo Capitalismo”
Giappone: Kishida propone il taglio delle tasse sulle criptovalute
E’ del centesimo Primo Ministro del Giappone, Fumio Kishida, l’idea di sgravi fiscali ed esenzioni per le società che emettono crypto. A cui si aggiungerebbe un programma di agevolazioni dedicato ai singoli investitori.
La proposta si inserisce in un quadro ben più ampio che vede Kishida impegnato a studiare strategie che incentivino e rinvigoriscano l’economia nipponica.
Il quieto banchiere, come è stato definito, apparentemente moderato e persino noioso, ha prodotto fin da subito un vero e proprio shock sui mercati finanziari. In particolare quelli nipponici.
Con la sua “inclinazione socialista” si è configurato come un vento innovativo in grado di coniugare finanza classica e nuovi mercati. Per combattere disuguaglianza e ridare vita all’economia giapponese.
Il suo “Nuovo capitalismo” ha, infatti, lo scopo di rilanciare la terza economia del mondo partendo dal basso con la promessa di raddoppiare la ricchezza delle famiglie.
E a combattere la tendenza dei giapponesi di detenere i loro risparmi in contanti su conti correnti.
I dati della Banca del Giappone mostrano come la metà dei risparmi dei giapponesi ( ben 7,25 trilioni di dollari circa), siano conservati in contanti o conti deposito.
Un tesoro che se investito potrebbe rappresentare gas prezioso per risvegliare l’economia nipponica.
La proposta di Kishida di detassare le crypto si inserirebbe in una più ampia azione di agevolazioni fiscali, nota con il nome di Nippon Individual Savings Account (NISA), della FSA.
L’obiettivo è quello di aumentare i limiti di investimento. E, anche, di esentare gli individui da imposte sulle plusvalenze ( non solo derivanti da guadagni legati alle criptovalute) per un determinato periodo di tempo.
La politica incentiverebbe gli investimenti da parte delle famiglie e rimetterebbe in moto l’economia
Giappone e criptovalute
Attualmente, la terza potenza economica del mondo, applica un’aliquota del 30% sui profitti guadagnati con le crypto e BTC.
Tassazione, questa, che riguarda anche quelli non realizzati.
Più volte le aziende che emettono criptovalute hanno chiesto una riduzione della tassazione. E alcune di loro avevano presentato svariate proposte, senza però ottenere risultati.
L’idea di Kishida, invece, complice, forse l’avversa congiuntura economica mondiale, sembra aver interessato l’FSA. Tanto da valutare di farla propria.
Ciò anche per l’inarrestabile emorragia di trasferimenti all’estero da parte delle società crypto.
Se ciò accadesse e la proposta venisse finalmente accettata, porterebbe l’aliquota al livello della maggior parte degli altri Paesi e cioè al 26%.
Un interessante -4% che lascerebbe un discreto margine di lavoro per i piani del Primo Ministro. Che ha nel cilindro anche l’intenzione di supportare le cosiddette imprese del Web3.
In ogni caso, va detto che il comitato fiscale del Partito Liberal Democratico alla guida del Paese, prende le sue decisioni alla fine dell’anno.
Dopo l’accurato esame di tutte le proposte sul tavolo.
Dovremo, dunque attendere la fine del 2022 per vedere se la visione di Kishida avrà fatto presa sul mondo nipponico.
E verrà presa la decisione al taglio delle tasse sugli extra profitti derivanti dalle crypto.
Nel frattempo noi di Tradingitalia, ti invitimo a visitare il nostro sito Tradingitalia.online.
Per rimanere aggiornato sulle ultime notizie di mercato, l’andamento delle borse, del Forex, di Bitcoin e crypto.
Troverai anche approfondimenti, tutorial, recensioni e guide alle piattaforme dei migliori broker.
E per esercitarti, non esitare a sfruttare i conti virtuali che potrai scaricare alla pagina “Demo gratuite“: Per fare pratica e imparare il trading senza rischiare un cent dei tuoi soldi.
E’ facile, gratuito e non vincolante.
Perché non approfittarne?