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Dollaro ai massimi: che cosa significa?

dollaro ai massimi storici

Il dollaro è in corsa.

In costante rialzo ormai da tempo, è uno tsunami che si è abbattuto su sterlina ed euro.

Ma non solo.

E con il biglietto verde ai massimi da vent’anni a questa parte, ulteriori rialzi dei tassi da parte della FED il resto del mondo sarà costretto a imitarla.

Per contenere l’inflazione e mitigare gli effetti sull’importazione.

Che cosa dobbiamo aspettarci?

Dollaro ai massimi: gli indicatori segnalano recessione

La forte impennata del dollaro che ha portato la Sterlina ai minimi e la coppia Euro USD sotto la parità (oggi scambia a 0,95) potrebbe impattare negativamente sui mercati globali e innescare un meccanismo recessivo. Causando danni importanti nel medio termine.

Che cosa significa?

L’U.S. Dollar Index è l’indice di comparazione del dollaro rispetto al valore delle altre principali valute (Euro, Sterlina, Yen, Yuan, …) e i valori massimi raggiunti negli ultimi giorni, a seguito della politica aggressiva della FED ( Federal Reserve Bank ), indicano inesorabilmente che gli investitori stanno cercando liquidità.

Una fuga dai mercati finanziari che sta alimentando questo trend rialzista le cui conseguenze impattano inevitabilmente sul resto dei mercati.

Mercati che, peraltro, difronte a tale situazioni, si trovano a dover compiere scelte inevitabili.

Continuare a scendere e rischiare il collasso, oppure prendersi una pausa e rimanere nel mercato ribassista.

Con le inevitabili conseguenze sull’economia reale.

Detto questo, anche i Titoli, tutti, stanno toccando i massimi. in particolare quelli a breve termine.

Il fatto che i rendimenti a breve superino quelli a lungo termine rappresenta un segno inequivocabile che la recessione è vicina.

Perché?

Perché indica eccessiva liquidità nei portafogli degli investitori.

Aspetto ampiamente confermato lo scorso 22 settembre dai dati relativi al Reverse Repurchase Agrement americano che indicano come gli investitori e i partecipanti al mercato stiano prestando denaro alla FED in cambio di titoli garantiti.

Questo ha un duplice significato

  • Eccessiva liquidità in mano agli investitori ( che sono usciti dai mercati liquidando i loro portafogli)
  • Scarsa fiducia da parte degli stessi nei confronti degli investimenti tradizionali

Questi 3 indicatori macroeconomici, Indice del Dollaro, Rendimento titoli a breve e Reverese Repo, ai valori attuali, indicano dunque che siamo ad un passo dalla recessione.

A questo punto è lecito chiedersi come reagiranno i mercati finanziari e le criptovalute davanti a questa evenienza.

Recessione: mercati finanziari e criptovalute

Difficile, ad oggi, capire quale sarà l’impatto dell’attuale situazione economica sui mercati.

Come già detto i mercati si trovano ad uno spiacevole bivio ed è estremamente difficile ipotizzare una terza via d’uscita.

Salvo l’arrivo di belle notizie dal fronte bellico.

Ma anche in questo caso è evidentemente complicato riuscire ad intravvedere una luce infondo al tunnel.

Chiarito questo, il dato forse più importante da monitorare strettamente nelle prossime sedute e giorni, è quello relativo all’andamento del dollaro.

Inutile dire che fin quando il biglietto verde manterrà il suo trend rialzista non solo i mercati finanziari resteranno deboli, ma, e soprattutto, le banche centrali saranno costrette ad innalzare i tassi.

Alimentando il circolo vizioso.

A danno del mercato azionario penalizzato da tassi di interesse sempre più alti.

E delle materie prime, quotate in dollari, che necessariamente aumenteranno in modo proporzionale e costante con la conseguente contrazione della domanda da parte dei paesi importatori.

Questo rallentamento genererà, a sua volta, anche una diminuzione della produzione e l’aumento dei costi con il sistematico impoverimento dei consumatori. I quali vedendosi contemporaneamente ridotto il potere d’acquisto ( a causa dell’aumento del costo del denaro) e l’aumento dei prezzi, si troveranno ad acquistare meno contribuendo a rallentare ancora di più l’economia reale dei paesi.

Danno che impatterà su tutti ma in particolare sui Paesi più fragili. Con le immaginabili conseguenze.

La continua discesa del prezzo del petrolio, che oggi ha sfondato gli 80 $ a barile, indica che le materie prime stanno già scontando lo spettro recessivo.

Per scongiurare il quadro disastroso, e arginare l’onda lunga che arriva dall’America, è assolutamente necessario che questo trend in qualche modo si inceppi dando respiro ai mercati.

E le cripto?

Vediamolo insieme.

Dollaro USA e criptovalute: quale futuro?

Qual’è il rapporto fra Bitcoin, Ethereum e altcoin, con i mercati tradizionali?

E, ancora, cosa accadrebbe se il mercato immobiliare collassasse? E gli indici continuassero a scendere?

Per approfondire : Il mercato immobiliare Usa è in crisi

Inutile dire che il valore di Bitcoin, e delle criptomonete in generale, è strettamente legato al denaro flat, in particolare al dollaro che è la valuta di riferimento per gli scambi.

Questo rende il mercato criptovalutario estremamente sensibile all’andamento del dollaro e dei tassi d’interesse.

Per dirla facile, quando si ha una accumulo di liquidità e i tassi salgono tutti i mercati ne risentono, compreso quello delle cripto.

Detto questo, va anche sottolineato il fatto che la cripto moneta è un asset estremamente giovane e , dunque, non si hanno dati di lungo corso in grado di facilitare previsioni.

La realtà è che BTC; ETH e compagnia, stanno affrontando per la prima volta dalla loro nascita una vera recessione globale.

Difficile dire, quindi, cosa accadra.

E’ possibile che si verifichi un panic sell in una parte degli investitori e che la restante parte approfitti degli “sconti” e decida di accumulare. Mantenendo un equilibrio.

Il che, in parte e a nostro avviso, è quello che sta accadendo anche in questi giorni.

BItcoin, così come ETH e altre coins stanno, infatti, mostrando un’insolita resilienza ai colpi dell’economia globale. Segno che qualcuno, le cosiddette balene stanno continuando ad accumulare, ritenendo questi prezzi ottimali per i grandi acquisti.

D’altra parte la recente storia pandemica ha insegnato che chi ha mantenuto le posizioni è stato premiato.

Oggi BTC sta scambiando a 18.653$, dopo che ieri aveva violato per breve termine la soglia psicologica dei 20K.

Ethereum, invece, a 1275$ vicinissimo ad un’importante supporto.

Roccomandazioni finali

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