Maxi taglio dell’OPEC alla produzione, ieri, e il prezzo del petrolio al barile oggi risale superando, anche se di poco, i 90 $.
Salvo poi ritracciare e stabilizzarsi a 86$.
Che cosa succede se il prezzo del petrolio sale?
E che cosa dobbiamo aspettarci?
Sicuramente l’irritazione degli Stati Uniti che non hanno tardato a prendere le distanze.
Mentre sul piano pratico sono possibili rincari:
Ma i mercati, fino a questo momento, hanno reagito tiepidamente. Il che lascia pensare ad una mossa con un valore più politico che economico.
Ma vediamo tutto nel dettaglio.

Il prezzo del petrolio al barile sale oggi
L’indomani del taglio operato dall’OPEC il prezzo del petrolio al barile ha ricominciato a salire.
Dopo settimane di quaresima in cui era sceso sotto gli 80 $, segnando il passo dello spettro di una recessione globale sempre più vicina, oggi sembra tirare il fiato.
La quotazione Brent (petrolio venduto sul mercato europeo) ha registrato un +2% raggiungendo 93,5$.
Mentre il WTI ( mercato USA) ha stampato +1,3% toccando quota 87,6 $.
Ma analizzando più da vicino le cifre, ci si rende immediatamente conto che il risultato è tutt’altro che entusiasmante.
Non siamo di fronte a una ripresa economica o una frenata dell’inflazione. Piuttosto ad un aumento artificiale ( e francamente contenuto) dettato dalla riduzione della quantità di greggio in circolazione a partire dal prossimo novembre.
Nonostante l’imponente manovra, la più cospicua dal 2020 ad oggi, con una riduzione di produzione di ben 2 milioni barili al giorno, la reazione dei mercati non si è dimostrata così energica.
Specie se si inserisce il tutto il giorno dopo la decisione dell’ UE di lavorare ad un price cap al prezzo del petrolio e a 2 mesi dall’embargo europeo.
Che entrerà in vigore a Dicembre e vieterà l’importazione del greggio dalla Russia.
Dunque reazione assai tiepida, tutto sommato.
E se l’Arabia Saudita sperava di spingere al rialzo la quotazione del petrolio per compensare il calo del 20% accumulato negli ulti 3 mesi, è probabile che sia rimasta delusa.
Oppure le ragioni di questa manovra sono differenti.
Il dietro le quinte… ma non troppo
La mossa in realtà apre un fronte geopolitico nuovo.
E sembrerebbe molto più diretta ad inasprire i rapporti di Ryad con gli Stati Uniti e l’Europa.
A favore del taglio della produzione e a spingere il petrolio a prezzi più alti, in particolare la quotazione WTI, sarebbero, infatti, Emirati Arabi e Russia.
Il taglio, dunque, smaschererebbe il fatto che c’è un allineamento dell’organizzazione con le politiche del Cremlino.
Secondo quanto affermato da Karine Jean Pierre, portavoce della Casa Bianca.
Parole che si accompagnano a quelle pronunciate dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il quale non solo ha preso le distanze, ma si è affrettato a rimarcare quanto non fosse necessario e quanto queste azioni siano preoccupanti.
Di fatto, quindi, e al netto di tutto è plausibile attendersi che quanto accaduto non abbia un impatto sul mercato. Almeno non nell’immediato futuro.
Mentre potrebbe contribuire, senza dubbio, ad inasprire una condizione geopolitica già di per se fin troppo tesa.
Raccomandazioni conclusive
Noi di Tradingitalia, come sempre, ti invitiamo alla prudenza e alla cautela negli investimenti.
Sul nostro sito Tradingitalia.online puoi tenerti sempre informato sulle ultime news dai mercati, le più interessanti, e formarti con tutorial, recensioni ai migliori broker, e strategie.
E per allenarti o imparare a investire sul mercato, puoi utilizzare i conti virtuali messi a disposizione dai broker, scaricandoli velocemente dalla nostra pagina “ Demo gratuite“. Senza rischiare un cent dei tuoi soldi.
E’ facile, gratuito e non vincolante.
Non perdere l’occasione!